TERRITORIO - B&B Vasto | Villa Saraceni

Vai ai contenuti

Menu principale:

TERRITORIO

- Attrazioni d'Abruzzo -

VASTO

Vasto è situata in Abruzzo, sulla Costa dei Trabocchi. Il centro della città si trova su una collina dalla quale è possibile ammirare gran parte del suo golfo denominato “Golfo d'Oro d'Abruzzo”. Venti sono i suoi  km di costa dov'è possibile scegliere larghe spiagge di soffice sabbia dorata con  basse acque turchesi, limpide e cristalline adatte ai bambini o immergersi nella natura incontaminata tra scogliere e ciottoli dove i gli antichi trabocchi rendono la nostra costa suggestiva e unica
Da sempre riconosciuta con la “Bandiera Blu d'Italia” e nelle top ten nazionali ed internazionali per le Riserva Naturale di Punta Aderci, Vasto ha anche una storia antichissima risalente a tremillenni di anni fa. Secondo la leggenda di Diomede, esiliato volontariamente sulle coste meridionali dell'Italia fondò diverse città, tra cui “Histon” estasiato dalla bellezza del golfo e dal suo promontorio dandogli questo nome  perchè gli ricordava il “Monte Istone” di Corfù.
Costruita dai Frentani, nella zona dell'attuale porto, dove attualmente è possibile prendere l'aliscafo per le Isole Tremiti ed ammirare il secondo faro più alto d'Italia e terzo d'Europa, venne distrutta e ricostruita nei secoli . Abitata dai Romani, dai Caldora e dai D'Avalos, oggi sono moltissimi i monumenti che si possono visitare passeggiando per il centro storico oltre al Museo Civico più antico d'Abruzzo.
Castello Caldoresco
Il castello era un edificio fortificato posto a difesa del lato vulnerabile della Città con due torri tutt'ora esistenti .Aveva le fondazioni sulle strutture murarie  dell'afiteatro romano di Histonium dove nei sotterranei è possibile vedere l'ingresso settentrionale. Venne fatto ricostruire dalla famiglia dei Caldora,quando nel 1427, Il signore della Città , Giacomo Caldora lo fece ingrandire con le attuali proporzioni per risiedervi quando interrompeva le sue imprese militari lasciando in piedi gli antichi torrioni.fù l'architetto Mariano di Jacopo che si occupò della ricostruzione, fortificando le mura con una nuova tecnica di fortificazione militare: la cinta bastionata. Il Castello Caldoresco nei secoli ha subito diversi rimaneggiamenti ed è stato utillizzato come tribunale ed in seguito come carcere.Nell'ottocento fu acquistato dai privati dopo che , i sette cannoni vennero conficcati nel cortile del Palazzo D'Avalos.
Piazza Rossetti | l'antico anfiteatro
La piazza principale della città, con al centro il monumento del poeta e patriarca Gabriele Rossetti, conserva pianta elissoidale, segno dell'esistenza del principale monumento antico della città, l' Anfiteatro. Veniva utillizzato come fortezza in età altomedioevale e, dopo diversi studi si può affermare che questa opera lunga 62 metri, larga 67 metri  con una conca a tre anelli, era stata realizzata per poter svolgere i combattimenti tra i gladiatori, tra gli animalie tra gli animali ed i gladiatori. L'anfiteatro poteva ospitare 6000 persone.
Dopo diverse alluvioni, venne riempito da acqua e fango, lasciando visibili solo le arcate esterne mentre, inglobati nei sotterranei del Castello Caldoresco è possibile vedere l'ultimo tratto di elisse dell'entrata nord dell'anfiteatro. Da pochi anni, durante i lavori dirifacimento della pavimentazione di fronte la Torre di Bassano, dalla parte orientale della piazza, sono state rinvenute delle strutture che ora sono state recintate e coperte da lastre trasparenti in attesa di approfondimenti.


Terme Romane
In un area triangolare sono visibili i resti delle terme dell'antica Histonium, precisamente tra via Roma e via Adriatica e le piazze di Silvio Spaventa e San Antonio. Edificate nella prima età imperiale, vennero alla luce solo dopo il lavoro di spianamento tra le chiese della Madonna delle Grazie e di Sant'Antonio agli inizi degli anni settanta.Sono stati scoperti sette grandi vani terranei separati fra loro da spessi muri divisori, pavimentati da mosaici  raffiguranti vari animali. Il mosaico con le scene marine de II secolo d.C. È stato rimontato all' interno di una sala del Museo Civico Archeologico di Vasto, presso il Palazzo D'Avalos.
Chiesa di Santa Maria Maggiore
La Chiesa di Santa  Maria Maggiore  è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902. Dedicata al culto della Beata Vergine Maria fu costruita nella prima metà del secolo IX. Sul fusto medievale posa la cella campanaria con cornice classica. Nel 1645 un incendio distrusse tutto, un schiavo turco in cambio della libertà rischiò la propria vita per mettere in salvo la Reliquia della Sacra Spina ed altre opere. Tra il 1785 e il 1838, venne ingrandita la navata centrale e costruite le navate laterali, costruito un nuovo presbiterio sovrapposto da una grande cripta, sormontato da una cupola. Le volte del soffitto sono affrescate. Le colonne decorate dell'entrata del portale sorreggono il piano su cui canta il coro.
Sono molte le opere d'arte conservate nella chiesa, la più importante è di certo, la sacra reliquia donata da Pio IV a Ferdinando D'Avalos, una preziosa spina della corona , si tratta  di uno dei grossi e spinosi aghi di arbusto che furono intrecciati a parvenza di corona che trafisse il capo di Gesù, custodita in un reliquiario a sbalzo a forma di giara nella cappella della Santa Spina. Quest'ultima fu progettata nel 1890 dall'architetto Roberto Benedetti e si trova in fondo alla navata destra, inserita in una nicchia  in bronzo a due ante fatta costruire dal Marchese Diego D'Avalos nel 1647, dopo l'incendio. La Sacra Spina, venne donata dal Pontefice Pio IV al marchese di Vasto Francesco ferdinando D'Avalos per la sua partecipazione al Concilio di Trento in qualità di delegato del re spagnolo Filippo II.
Cattedrale di San Giuseppe
Questa chiesa venne fatta costruire nel 1262 dal conte Ronaldo Paladino, dedicandola a Santa MargheritaLa facciata della chiesa in marmo della Maiella, presenta un magnifico rosone trecentesco in alto centrale e due colonnine laterali al portale costruito nel 1293  dal maestro Ruggero De Frangenis, come si evince da una iscrizione con caratteri semigotici nella parte superiore della lunetta. Trasformata in convento degli Agostiniani, la chiesa venne intitolata a Sant'Agostino, dove vestì l'abito il Beato Angelo da Furci nel 1266. La torre campanaria fu ricostruita con grande arco a sesto acuto in stile medievale nelXVIII secolo. La cella campanaria ha degli oblò un tempo cavi posti in ogni lato con pilastri a forma di colonne con piccoli capitelli. Un cornicione circonda la sommità della chiesa dove c'è una ringhiera doveva esserci una cuspide che nel settecento fu sostituita con un a cella campanaria in ferro battuto. Sul lato della facciata c'è un orologio, le finestre son alte e slanciate ed la cappella ha una croce sopra le due finestre monofore. Nel 1808, con lo scioglimento della comunità religiosa degli  Agostiniani, il convento venne dedicato a San Giuseppe, in onore del sovrano Giuseppe Napoleone. Chiesa di arte romantica, nel 1890 venne ricostruita in stile gotico dal vastese Francesco Benedetti e solo nel 1923, l'artista fiorentino Achille Carnevali si occupò di dipingere la navata unica con transetto con personaggi  biblici in stile neo-mediovale con il bicromatismo dei finti conci in pietra dipinti. Nella chiesa, è possibile  ammirare il trittico sul legno del 1505 che rappresenta  “Santa Maria della Misericordia” le statue di Sant'Agostino e Santa Monica  decorate in oro puro che adornavano l'altare maggiore fino al 1762, l'antica statua della “Madonna della Cintura”, di scuola artistica napoletana, portata da Napoli ancora rivestita di abiti di stoffa coloriti e vistosi. Dal 1808 fu dedicata a San Giuseppe e solo il 23 luglio 1853 elevata a Cattedrale.
Palazzo D'Avalos e Musei
Il Palazzo del Vasto, sorse per ospitare grandi feudatari. Sicuramente edificato prima del 1177 quando Alessandro III lo occupò per 31 giorni. Il 24 febbraio del 1300, Carlo II D'Angiò lo donò al convento degli Agostiniani.
Nel 1427, il Signore del Vasto, Giacomo Caldora acquistando una parte dell'orto degli Agostiniani, lo restaurò dandogli le sue attuali dimensioni. Il Palazzo venne arrichito da tegoloni, colonne e marmi. Nel 1566 fu ridotto alle sole mure esterne per un incendio alimentato dai Turchi. Ricostruito magnificamente nel 1587 con linee armoniche e semlpici rendendolo il palazzo d'Abruzzo del Rinascimento.
I Marchesi D'Avalos, vi raccolsero numerosi oggetti d'arte tra cui dipinti di Tiziano, Veronese, Rubens e Reni, alcuni arazzi disegnati da Raffaello ed il cappello e la spada di Francesco I.
Il Palazzo aveva anche un teatro al pian terreno dove, in onore del Principe romano Fabrizio Corona arrivato in città con 186 cavalli, la sera del 28 ottobre del 1723 venne rappresentata la tragedia di Scipione Maffei “Merepe” in suo onore.

PUNTA ADERCI

La Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci è l'unica Riserva costiera istituita in Abruzzo nel 1998, per tutelare  dalla fruizione turistica, la natura selvaggia ed incontaminata di questa oasi ricca di flora e fauna. Comprende 285 ettari di litorale, 400 ettari considerando l'area di protezione esterna e si estende per 5 km dalla spiaggia di Punta Penna a fianco al Porto fino alla foce del fiume Sinello a nord dove si puo' visitare l'unico bosco di latifoglie della riserva . Situata interamente nel territorio di Vasto a pochi km dall'uscita autostradale di Vasto Nord , è senza dubbio il tratto di costa più  bello d'Abruzzo ed  da un sondaggio di Lega Ambiente è la terza riserva più bella d'Italia
Il paesaggio di tipo agricolo nella zona pianeggiante con vigneti e uliveti e graminacce si stende fino alla costa che presenta caratteristiche diverse. La selvaggia spiaggia di Punta Penna di soffice sabbia dorata lunga diversa chilometri, viene bagnata da un turchese  mare limpido e cristallino dove è possibile avvistare tartarughe di mare, delfini del genere tursiope e stenella. I fondali sabbiosi sono un vero anfiteatro marino  con vongole, telline, cannolicchi, pettini, mitili, granchi e stelle marine. Alle spalle del mare prevale una vegetazione delle coste sabbiose con la carota di mare, il silene, la lappola, l'euforbia, mirto, la ginestra, la salsola, il ravastrello, il papavero delle dune, l'elicriso italico, l'eringio marittimo, la cakile marittima, lo sparto pungente,il finocchio spinoso ed il giglio di mare.
Una particolarità di questa costa sono le dune di sabbia, formatesi parallelamente al litorale che contribuiscono a proteggere il territorio dall'azione dei venti di mare e della salsedine.
La vegetazione ha una fondamentale importanza per la formazione delle dune costiere, poiché crea un impedimento per l’avanzamento della sabbia verso l’entroterra. Il Simbolo della spiaggia di Punta Penna è il  Frattino, piccolo  limicolo, indicatore biologico sullo stato di salute dell'ambiente dunale.
Ogni anno, il WWF organizza, il “Frattino Day”, giornata dedicata al monitoraggio per poter pianificare progetti di conservazione delle dune. Per gli amanti della natura , questa è l'oasi  perfetta per  passeggiare lungo i sentieri  in legno tra  le dune  e per gli amanti del birdwatching, oltre al frattino, si possono ammirare il gabbiano reale, il gabbianello,l'airone cenerino, il gheppio,  la garzetta, la sgarza ciuffetto, il fenicottero maggiore, il falco di palude, il tarabusino, le sterne e  i cormorati. Seconda spiaggia da sud, dopo Punta  Penna  è la spiaggia di ciottoli  e sabbia  “Libertini”da cui è possibile arrivare passando dalla spiaggia di Punta Penna  o da un sentiero con dei gradini passeggiando sulla bianca strada tra campi di grano e papaveri che conduce al promontorio di Punta Aderci. Il promontorio di Punta Aderci si trova a 26 m s.l.m., secondo più alto del mar adriatico, viene anche soprannominata “la piccola Normandia” perchè nei periodi di fioritura, i campi alle sue spalle si specchiano nel turchese delle acque del mare. Da questo promontorio si ha una visuale a 360° non solo di tutta la Riserva ma anche del Parco nazionale del Gran Sasso e della Maiella.
E' uno dei pochi luoghi in cui è possibile vedere il sole sorgere e tramontare sul mare.
Percorrendo il sentiero dopo il promontorio si arriva alla piccola ma paradisiaca spiaggia di  pietroline e ciottoli, “Punta Aderci” dove alcuni scogli delimitano le turchesi acque limpide e cristalline creando delle piscine naturali. In alcune cavità è possibile ammirare l'alga rossa più bella del mediterraneo, l'Halymenia floresia Qui si può  ammirare anche un trabocco, antica macchina da pesca risalente ai fenici.  Una   piattaforma sul mare costruita in legno di pino d'Aleppo ancorata sulle rocce , con due lunghi bracci, detti antenne dove veniva legata una rete enorme a maglie strette detta trabocchetto. Dopo la spiaggia di Punta Aderci, passando il grande scoglio che le delimita, si trova la lunga  spiaggia di ciottoli denominata  “Motta Grossa”. Qui troverete dei sentieri e percorsi panoramici che vi condurranno fino al bosco di latifoglie a nord del Sinello da fare a piedi o in bike. Scoprirete valloni e pinete sul mare dove è possibile ristorarsi. Se invece preferite passeggiare in riva al mare è potreste trovare tra le pietre dell'argilla con la quale fare degli impacchi grazie alle sue proprietà rimineralizzanti.

SAPORI E TRADIZIONI

Pallotte “cace e ove” o cacio ed uova
la tradizione vuole che vengano preparate con formaggi secchi tra cui il pecorino e pane raffermo, io preferisco utillizare il grana padano ed anche ai miei bambini piacciono molto!

Ingredienti per 6 persone:
200gr di formaggio stagionato tra cui pecorino (io uso solo la grana)
100 gr di mollica di pane rafferma
2 gr di bicarbonato
pepe
mezzo spicchio d'aglio
600/700 gr di pomodori a pezzetti
olio d'oliva
peperone rosso dolce
5 uova

Procedimento:
in un tegame di terracotta, mettere a soffriggere il peperone tagliato a strisce, aggiungere il pomodoro.
In una ciotola, dopo aver grattuggiato il formaggio e tritato la mollica finemente, mettere tutti gli ingredienti rimasti amalgamandoli.
Creare con due cucchiai delle polpette ovali e adagiateli nel tegame.
Aggiungere il coperchio ed acqua quando serve.
Dopo circa 15 minuti girate le pallotte e far cucinare per circa altre 15 minuti.
Bocconotti

Ingredienti per il ripieno:
300 gr di mandorle, 350 gr di zucchero,100 gr di cacao
7 uova, 100 gr di cioccolato fondente
la buccia  grattugiata di un limone
1 bicchierino di liquore,1 bicchierino di caffè,cannella,250 ml di acqua o latte

pastafrolla:
4 rossi
3 uova 10 cucchiai d'olio di semi
10 cucchiai di zucchero

Procedimento ripieno:
bollire lo zucchero con l'acqua (deve asciugarsi), aggiungere il cacao, poi il cioccolato e le mandorle precedentemente tritate finemente e tostate. Aggiungere tutti gli odori continuandoa mescolare. In ultimo si aggiungono i tuorli e gli albumi montati. Impastare velocemente tutti gli ingredientidella pastafrolla e lasciarla riposare.

Imburrare e infarinare gli stampini per tartellette ed adagiatevi un sottilissimo strato di pastafrolla.
Riempite gli stampini fino ad mezzo centrimetro dal bordo di ripieno.
Infornare a 180° per 10/12 minuti con forno ventilato.

Spennellare con il gileppo (vedi ricetta mostaccioli)
Mostaccioli

Ingredienti:
1kg di farina per dolci, 3 bustine di lievito, 300 gr di mandorle
300 gr di zucchero, 300 gr di miele, 6 uova, 6 cucchiai di cacao, cannella, 100 dl di caffè, 100 dl di olio

Glassa al cacao chiamata “gileppo”
300 gr di zucchero, 200 dl di acqua, 2 cucchiai di cacao

Procedimento:
Tostare le mandorle e tritare finemente.
In una ciotola capiente sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere tutti gli ingredienti , anche le mandorle ed impastare., Lasciare riposare l'impasto 15 minuti., Su una spianatoia stendere l'impasto per 5/6 mm e tagliare a rombi., Infornare a 170° per circa 12 minuti, io uso sempre il forno ventilato.
Mentre si cucinano i nostri mostaccioli, potete preparare il gileppo.
Portate in ebollizione tutti gli ingredienti girando continuamente con un cucchiaio di legno fino a quando, riducendosi diventa elastico., Una volta pronto il gileppo spennellare i mostaccioli più volte e fateli asciugare.



Brodetto alla vastese

Ingredienti:
700/800gr di pomodorini, aglio rosso a spicchi sbucciato, peperone verde dolce, peperoncino fresco piccante
prezzemolo, olio, sale, seppie, merluzzi, testone, calamari, palombo, nasello, gallinelle, razze, pannocchie,
vongole, cozze, sogliole, triglie, pescatrice, scorfano, tracina
tegame di terracotta

procedimento:
Pulire il pesce lasciando le teste attaccate, in un tegame di terracotta mettere tutti gli odori con olio e pomodorini a pezzetti. Fatelo cucinare aggiungendo un po' d'acqua.
Il fuoco dev'essere moderato e bisogna aggiungere gradualmente il pesce dal più duro come seppie e fino alle triglie, pannocchie , merluzzetti e frutti di mare. La particolarità è che non bisogna girare il pesce ma muovere il tegame in terracotta ogni tanto.
Solitamente, dopo aver gustato il brodetto si cucinano gli spaghetti nel sughetto rimasto!!
VILLA SARACENI

Lasciati risvegliare dai gradevoli suoni e colori della natura. B&B Villa Saraceni è una nuova costruzione del 2015, situata in campagna ma a soli 3 km dal centro storico di Vasto

CF: SRCSMN73R03E372L
PAGINE

----------------------------------------
----------------------------------------
----------------------------------------
----------------------------------------
----------------------------------------
INFO E CONTATTI

Per informazioni su prenotazioni e servizi, contattaci subito! Ti risponderemo prima possibile

Via Dei Bontempi,28 | 66054 Vasto
Tel:   +39.392 750 9775
Torna ai contenuti | Torna al menu